Per utilizzare un termine in voga in questo periodo, Carlo Castagna è quello che si può decisamente definire un artista “trasversale” all’interno del vasto e articolato mondo della musica. In attività sin dai primi anni 90 con progetti rock oriented, dal grunge al punk passando per la new wave, appena inaugurato il nuovo millennio l’artista abruzzese vira verso generi più marcatamente elettronici e ambient. Jude è la sua creatura più giovane, figlia della nuova dimensione artistica di Castagna e nata ufficialmente nel 2010 come progetto solista interamente strumentale. In occasione di questa recente uscita, intitolata “Shout”, Jude ha però, in via del tutto eccezionale, coinvolto anche la voce e i testi di Helen, alias Lemonade, un’artista di origine coreana ma americana d’adozione, il cui contributo vocale riesce a impreziosire ancora di più un lavoro già musicalmente onirico ed evocativo.
Enfatizzando l’attitudine poetica di musiche dalle atmosfere rilassate, costruite su giri ipnotici e suoni dilatati, la voce sospirante e lieve di Lemonade recita le liriche come in preda ad un’estasi sognante. “Shout” diventa così quasi un grido di un’anima incorporea e impalpabile che vaga nel mondo seguendo la luminosa scia delle emozioni.
Sette i brani, di durate che si alternano da poco più di un minuto (“Uncover me” e l’opening “Ghost of mine”) fino alla lisergica suite strumentale di circa un quarto d’ora, “Overstep”, che chiude il disco.
Un lavoro raffinato e struggente che spalanca le ali dei sogni.
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