Una piacevolissima conferma.
Intenso e bucolico, “No Time for Beauty” è un disco dove sono proposti generi distinti tra loro con uno spirito intimista che fa da collante naturale. Makoto Holmberg ci aveva già sorpreso con il precedente “Slow Night”, da cui recupera le caratteristiche principali, come una sorta di marchio.
Il disco per intero è difficilmente incasellabile, va sezionato, analizzato passo a passo: l’artista si diverte a proporre tracce molto diverse tra loro, mantenendo lo spirito che trasuda per tutta la durata del lavoro. Atmosfere buie, introverse, come se grazie alla musica, Makoto, trovasse una nicchia in cui respirare, essere.
“Heisei”, prima dell’ep, ci immerge nell’universo gelido dell’artista, un pezzo spiccatamente ambient, con brass da brivido e kick profondi, che ricorda a tratti l’ultimo lavoro di Yakamoto Kotzuga, “Slowly Fading”. Il percorso continua con un brano morbido, dove i sintetizzatori rimangono glaciali, ma l’ambiente intorno inizia a riscaldarsi: “Ceilings” è una traccia in “stile Gus Gus”, con questa contrapposizione tra voce calda e avvolgente, e elementi gelidi. Si prosegue con un brano dove spicca l’influenza Moderat, con ritmiche incalzanti, quasi tribali, “Aware”, è tutta da ballare, in maniera forsennata; rituale, buia, magica. Arrivati a metà del viaggio, un altro cambio di rotta, si sale su di un treno e ci si fa trasportare dalle influenze deep e techno di “Flowers on the Subway”, arrivando così alla stazione desolata di “In My Heart”, brano ambient, ricco di elementi metallici e industriali.
“No Time for Beauty” è un disco dove perdersi e ritrovarsi. Denso, intimista, personale, decisamente un ottimo lavoro, dove Makoto Holmberg conferma la sua attitudine e continua a stupirci.
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La recensione No time for Beauty di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-01-23 09:00:00
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