Forse suonerà come un'ovvietà, ma “freddo” sembra una parola abbastanza appropriata per “Alaska”, almeno all'inizio, quando le atmosfere dilatate e minimali di “Kids” ci introducono a questa raccolta di racconti che potrebbero essere effettivamente ambientati in qualche stato del profondo nord del continente americano: sono storie di persone che nei modi e nei rapporti più diversi cercano conforto e riparo dal gelo dell'esistenza. Intanto il suono sembra voler collaborare all'operazione di “riscaldamento” facendosi canzone dopo canzone più denso, dalle sfumature country di “Bugie” all'alternative di “Isolati”, all'andamento italo-americano di Motel.
A suo modo rassicurante, come una serata di pioggia in un motel con un libro e una bottiglia di whisky.
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