Shades Of Hate
L'Ultima Stella 2018 - Rock, Psichedelia, Indie

L'Ultima Stella

Shades Of Hate: buone intenzioni e piccole ingenuitĂ  ne "L'ultima stella", un lavoro ancora acerbo ma promettente

Pezzi dilatati, testi criptici e atmosfere sospese. Si potrebbe riassumere così questo primo lavoro degli Shades Of Hate, "L’ultima stella", che mostra una band acerba ma con buone idee da sviluppare.

 

Dobbiamo dire subito che l’intero lavoro presenta le sbavature tipiche delle primissime esperienze di registrazione, insieme ad un missaggio praticamente assente, e che questo penalizza non poco il risultato finale. A farne le spese è soprattutto la voce, troppo alta rispetto agli altri strumenti, mentre più godibili sono i momenti strumentali, benché anche qui non mancano piccole ingenuità e soprattutto un concetto di tempo decisamente personale (un esempio su tutti, l’assolo di chitarra che chiude “Sulla tua pelle”).

 

Decisamente notevole è il fatto che le composizioni della band sono coerentissime e non frammentarie, mostrando già un marchio di fabbrica riconoscibile, benché non originalissimo, che evidenzia il percorso intrapreso dagli Shades Of Hate. All’interno di questi sette brani, che si susseguono come se fossero uno stesso pezzo in più movimenti, veniamo quindi proiettati in un paesaggio lunare, oscuro, dai contorni incerti e sfumati. L’obiettivo è trovare “L’ultima stella” del titolo, che si nasconde dietro cumuli di macerie fatte di residui di REM, Pink Floyd, Edda, Gianluca Grignani e Doors accatastati l’uno sull’altro. Tra il buio e le incertezze si riesce comunque a trovare una strada, seguendo echi delle varie formazioni di Giovanni Lindo Ferretti in lontananza, che ci indicano il cammino.

 

Con delle registrazioni più accurate e un po’ di lavoro sulle interpretazioni vocali, gli Shades Of Hate possono arrivare in fondo al percorso appena abbozzato con questo lavoro, perché le ispirazioni di certo non mancano.

 

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.