Mentre le canzoni di "Tormentone", prese individualmente, sono godibili e funzionano, purtroppo l'album nel suo complesso rischia di risultare ripetitivo nella seconda metà del suo ascolto.
"Tormentone" è il secondo album di Scarda. Rispetto al primo disco rappresenta un passo avanti dal punto di vista musicale: gli arrangiamenti sono maggiormente curati, con l’inserimento di giri di synth che diversificano i suoni presenti nei brani e ne amplificano la varietà, e consentono maggiore distacco dalla classica e un po’ stereotipata situazione del cantautore accompagnato solamente da voce e chitarra. La prima metà del disco riesce nel compito di farsi ascoltare con piacere: merito della musicalità che Scarda riesce a conferire ai brani proposti, creando coi suoi ritmi una certa “presa bene” che porta a canticchiare il ritornello già alla sua seconda ripetizione. Obiettivo “Tormentone” raggiunto.
Nella seconda metà, purtroppo, il disco rivela un poco di fiato corto, dovuto non tanto a un calo del livello qualitativo, che rimane buono e costante attraverso l’album, ma alla formula dei pezzi: la continua ricerca di un ritornello che si stampi nelle menti degli ascoltatori diventa un po’ fine a se stessa, risultando nel finale stucchevole; a causa di ciò le ultime canzoni sono un po’ prevedibili e scontate, lasciando una sensazione di già sentito. L’ostacolo maggiore nell’apprezzare completamente il disco è però dato dai temi affrontati -pressoché uno solo in tutto l’album: sei canzoni su otto hanno a che fare con amori finiti, e con i rimpianti e i tentativi di lui di riconquistarla/dimenticarla. Davvero troppo anche per l’ascoltatore con il più infranto dei cuori.
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La recensione Tormentone di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-10-31 00:00:00
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