Killing Cartisano Vol. 1 è un gran bel disco, contaminato e moderno, per un’Artista di cui andare fieri.
La parabola di Roberta Cartisano, al debutto come Killing Cartisano, è l’esempio tangibile di come il fatto di emigrare, assorbire e contaminarsi di cose nuove possa essere produttivo. Roberta ha lasciato la sua terra per dedicarsi alla passione per la musica a San Francisco, si è immersa e lasciata inondare da un mondo nuovo, ha conosciuto, si è fatta conoscere, è cresciuta, si è evoluta ed ha prodotto "Killing Cartisano Vol. 1", un disco contaminato di rock psichedelico, sinfonico e cantautorato, che lascia inevitabilmente – fin dal titolo – aperta la porta ad un sequel, primo capitolo di un nuovo percorso.
È un disco che parte come una bomba con “Trust your son”, dove la voce di Roberta domina e dirige l’andamento della musica, con tonalità puramente rock, ruvide e profonde. Per indole e atteggiamento si avvicina un po’ a Patti Smith, un po’ a PJ Harvey, pur rimanendo sempre se stessa e senza scadere nell’imitazione.
“Let me go” incalza e martella ed è voglia di andar via; “Milkshake” un frullato di emozioni che scivolano su note lente di chitarra elettrica ed archi, mentre sale la tensione alla ricerca di “where is my love? Nobody knows”. Così pure “Sky stolen”, terzo singolo, oscilla tra il rock più classico, le note d’archi e pizzichi di folk. Anche il video è una piccola magia: diretto, disegnato e animato dalla stessa Roberta, un’artista creativa e a tutto tondo.
“Time never dies” fa sognare con il risuonare della melodia che sembra essere un flusso continuo e sfumato, proprio come il tempo che passa; “The drunk man” sbiascica le parole ed è come ascoltare la saggezza che si nasconde nel vino a un tavolo di un bar sulla West Coast; “Hysterical ladies” avvolge e coinvolge con suoni sinfonici ed orchestrali, mentre “Out of the box” è fatta di parole che sgorgano come da una fonte inesauribile, come una scatola che una volta aperta non si riesce più a richiudere. E infine “Thanks for coming” è un ringraziamento sincero e sentito a chi ascolta, che singhiozza strozzato dall’emozione sulle note del piano.
Roberta Cartisano negli States ha trovato nuova identità, impersonando il complesso psicologico di uccidere se stessi prima di rinascere, forse per questo diventa Killing Cartisano, ma anche nella persona che rinasce c’è tanto della vecchia, ché l’identità resta sempre dentro e la si porta dietro ovunque si vada. Un’Artista, con la “a” maiuscola, di cui andare fieri.
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La recensione Killing Cartisano Vol. 1 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-01-03 09:00:00
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