Se una band si fa chiamare alcalde de la noche qualcosa vorrà pur dire, no? Ecco, in questo senso, l'ascolto del primo pezzo di "Dirección Destroy" ci fa capire molte cose. Infatti la title-track è una specie di cavalcata, guascona e disimpegnata, in una notte folle e danzereccia cantata in spagnolo maccheronico e con un uso, un sovrabbondante uso di synth anni Ottanta ma anche Novanta eh. Già i synth anni Ottanta, ancora. Ormai sembra che le maggiori produzioni italiane non possano proprio fare a meno di questo tratto (non) distintivo. Sospendo il giudizio su tale scelta, di sicuro gli alcalde de la noche non fanno eccezione anzi.
Per tutto l'album infatti il richiamo a quel mondo della discoteca (o discupub fate voi) anni Ottanta è costante, quasi opprimente, come se l'unica cosa che davvero contasse per i liguri sia il fare serata ancora e ancora una volta. Alle volte la serata è interessante e rischia anche di farci divertire, come nel caso di "radio cassette" ma altre volte, il più delle volte, la nottata si trascina stanca, in quell'eterno loop emozionale in cui ci si trova a domandare: "Ma perché non me ne sono rimasto a casa". Beh noi non sappiamo dare la risposta, dal momento che ci siamo anche pettinati per questa serata. Speriamo che al prossimo giro, gli alcalde de la noche ci facciano almeno bere qualcosa di migliore di questo cocktail che sa di "già sentito, di già visto".
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