“Plenilunio”è un lavoro meticoloso, frutto di una grande intesa artistica che i km di distanza non sono riusciti a sopire, pur essendo stato scritto ad otto mani, ha il merito di mantenere una coerenza di fondo, non solo sonora, ma anche compositiva
I pittori surrealisti avevano una pratica, il cadavere squisito, consisteva nel passarsi un foglio di mano in mano su cui ogni artista proseguiva il gesto del precedente, il risultato dava vita ad un’opera nuova, sommaria del tratto di tutti gli interpreti. Nel ventunesimo secolo, le contingenze geografiche non possono più esser un limite all’arte. Nel ventunesimo secolo, grazie a Soundcloud (vero e proprio iperuranio sonoro), lo stesso modus operandi si può attivare, a distanza, anche nella musica.
Capita così che Quattro ragazzi con il proprio passato musicale, quattro ragazzi che si conoscono a distanza per pure stima artistica, provenienti da quattro regioni differenti d’Italia decidano di incontrarsi per formare un gruppo. In fondo, da qualsiasi città la si guardi, la luna è sempre la stessa. Azure Stellar, Swelto, ElDoMino e Soulcè sono i Moonloverz, una misteriosa rap band di cui si sa poco, ma nella quale, nonostante tutto, gran parte della scena sembra (emotivamente) coinvolta sin dai nebulosi esordi intorno al 2016.
“Plenilunio”, il loro secondo album ufficiale edito per GreenLine Label, è un lavoro meticoloso, frutto di una grande intesa artistica che i km non sono riusciti a sopire, pur essendo stato scritto ad otto mani, ha il merito di mantenere una coerenza di fondo, non solo sonora, ma anche compositiva: lo storytelling prosegue continuamente in prima persona dandoci l’idea di un lungo racconto rap.
La cattedrale di Palermo porta sulle sue mura i segni di tutte le dominazioni che si sono susseguite nel corso dei secoli sull’isola. E certamente, con un’analisi attenta si potrebbero scindere gli stili che le si sovrappongono, le tracce dei popoli che vi sono passate, ma ad un primo sguardo, tutto ciò che ci restituisce è un’imponente e bellissima facciata ocra illuminata dal sole.
“Plenilunio” continua un percorso artistico già intrapreso con il precedente Ep, un rap intimo e caldo dalle pronunciate venature elettroniche ed r’n'b, che non spicca per spunti ma per coerenza di fondo e buon gusto, impreziosito da featuring di tutto rispetto.
Ottima prova.
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La recensione Plenilunio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-04-05 14:04:00
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