C’è chi ha paragonato la LoudBlast ad una versione italiana della Roadrunner, e non senza ragioni. In effetti le sonorità, pur non essendo precisamente speculari, sono molto simili, e i Sickhead ne sono la riconferma.
Torinesi di nascita, i Nostri propongono un nu metal che affonda le radici nel trash metal di band come i vecchi Sepultura, che mischiano la furia HC a riff pesantissimi e voce in growl. Tutto questo viene filtrato attraverso un decennio di evoluzione del metal, risultando in una versione decisamente nu delle sonorità originali, ma con una fusione naturale e bilanciata. La band presenta brani dallo sviluppo dinamico e dalle sonorità monolitiche, composti con quel pizzico di personalità che è indispensabile per distinguersi dalla massa di proposte simili. Già nella opener “You are in a box” l’incipit trash viene mitigato da un’improvvisa apertura melodica che, sebbene trovi pochi paralleli nel resto del disco, rende subito chiaro il panorama in cui ci si muove. A seguire scariche di rabbia e adrenalina espresse attraverso un uso abile e consapevole degli strumenti (anche stilistici) a disposizione. La voce in particolare si dimostra perfetta, fondendosi senza sbavature con la furia delle chitarre. I cori e le parti melodiche non risentono della reazione di noia che oramai spesso accompagna queste soluzioni, dato il loro inserirsi in maniera naturale e organica, senza dare la sensazione di assistere ad un copione già trito.
Un episodio a parte il breve ma intenso brano in italiano, “Abuse”, che, abbandonando l’incessante attacco HC, opta per una sorta di spoken word a più voci su un lento ma catramoso sottofondo che ricorda qualcosa dei Neurosis. La sua cupa atmosfera e la violenza delle parole la rendono uno dei momenti più riusciti del disco.
I Sickhead, pur non essendo pane per tutti i denti, sono in definitiva una realtà di livello con cui gli amanti del nu metal farebbero bene a confrontarsi al più presto.
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