Sempre alta la materia compositiva dell'artista in quest'ultimo album. Non c'è più l'effetto sorpresa dei primi lavori ma resta intatta la natura sofisticata delle canzoni.
Che è un bravo cantautore lo diciamo da tempo e ogni volta che esce un suo lavoro, rimaniamo attentamente in ascolto. “Affetti con note a margine”, di qualche anno fa, ci aveva colpito per l’architettura sonora vicina al primo Battiato, a Morgan, ai Baustelle, per gli arrangiamenti, per una scrittura lucida volta ad armonizzazioni pop di rango, segnalandolo tra i cantautori emergenti da tenere sott’occhio. Oggi ascoltiamo il suo ultimo album: l’effetto sorpresa non si avverte più, ma resta intatta la natura sofisticata delle canzoni. Freschezza e dimestichezza con la materia compositiva, portamento ed eleganza, ci convincono che Carmine Torchia percorra sempre la strada giusta.
“Il rumore del mondo” volge lo sguardo al futuro, sulla scia di ricordi di personaggi immaginari che tratteggiano paesaggi allegri ma, in fondo, alieni. Scintilla e stella polare dell’album è il pezzo “I giorni del non amore”, dall’indubbio talento lirico, che rischia di accomodarsi (forse) in austerità cantautorale, ma contenendo il tema portante del disco: visioni da un passato riconciliato, per un racconto di vita nuovo. Da qui, più che altrove, è possibile percepire una condizione di nomadismo dell’anima, tra le periferie del mondo, alla ricerca di libertà (“Come rondini”); indagini sulla geometria di passioni ed esistenze legate al tempo che scorre (“Tu chi sei? Da dove vieni?”); visioni di viaggi interiori che mirano al disvelamento (“L’ultima canzone”). Poi arriva il turno dei personaggi malinconici ed innocenti del disco che, di fronte al rumore del mondo, veicolano il messaggio sarcastico e poetico dell’autore (“Guido, l’incompreso”, “Discorso immaginario con Azhar”, “Rùanzu, il cane”).
Attraverso chitarre, ukulele, trombone, synth, basso, batteria, piano elettrico, Carmine Torchia erige un corpo di suoni dalle atmosfere aeree e terrestri, desertiche, metropolitane, marittime, riuscendo, sempre ottimamente, ad accendere interesse e poesia.
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La recensione Il rumore del mondo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-04-14 14:01:17
COMMENTI (1)
un poeta come pochi nuovi cantautori, e oggi più che mai abbiamo bisogno di bellissima musica e grande poesia! Grazie per questo nuovo lavoro straordinario Carmine