Un album estremamente vario, nei suoni quanto nei contenuti che dimostra quanto Gioè sia un’artista versatile e poliedrico
Ci sono dei dischi che riflettono momenti particolari della vita, che parlano di ambizioni, di sogni, di delusioni, di andate e, forse, di ritorni. Sono dei concetti, chiari a chi scrive, e delle emozioni per chi li ascolta. Sono dei viaggi, e non solo metaforici. Quello di Andrea Gioè è proprio uno di questi. "L’ottimista", il settimo lavoro in studio del cantautore palermitano è, se vogliamo, una sorta di best of in tutti i sensi perché, se da un lato raccoglie alcune vecchie scritture opportunamente riarrangiate, dall’altro è una vera e propria raccolta di tutte le tappe più significative del percorso artistico del cantautore palermitano, dai suoi primi passi fino alla maturità stilistica.
Andrea Gioè mette in piedi dodici tracce estremamente variegate. Si parte col rock più classico di “Nel bene e nel male” perfetto per il mantra “tu continua a sognare”. La title track dell'album, con il suo synth molto Nineties e una scrittura molto leggera e lineare, è la giusta visione dell'uomo per poter vivere al meglio la propria vita malgrado imprevisti e dolori. “Tu Seras Le Midi” ci introduce, delicatamente, nel personalissimo mondo dell’autore. Una ballad acustica, intensa e sofferta, descrive, come in un quadro, la sua vita trascorsa tra i Pirenei partendo dall'assolata Sicilia. E non mancano altri interessanti spunti personali come in "Andrea (...sto rinascendo)", elettrica al punto giusto, un’autentica autobiografia in musica del cantautore palermitano che rinasce e con ottimismo ricomincia da zero dopo anni di dolore epico (“il dolore è un’Odissea”) e “Je Suis Une Star” dove ritorna il tema dell’abbandono forzato della propria terra alla ricerca di se stessi. Il brano è un esplosivo blues alla Eric Clapton. Non mancano momenti intimistici affidati a brani come “Ti lascio andare (...ma non scappare)”, che descrive emblematicamente il crollo di chi non riesce a liberare il proprio cuore da una donna, “Un Regard, Une Image” dove, al contrario, attraverso un gioco di sguardi e fermo immagine, in salsa pop-rock alla Johnny Hallyday, vi è la riscoperta di un nuovo amore oppure “Balla amore”, un pezzo tutto chitarre distorte e batteria in cui emerge l'unicità della propria donna che danza felina e sensuale come “una pantera nella sera” o, se vogliamo, come la languida Salomè. Ma Gioè sa essere anche un buontempone alla Rino Gaetano, come dimostra quel “poropopeppo” di “Premura”, un gioviale invito a prendersi il tempo di godersi il bello della vita e “Coerenza”, tutta allegria e ukulele. Ciò nondimeno Gioè consegna ai suoi ascoltatori anche la possibilità di riflettere su alcuni brutali aspetti della nostra società in "Yara e Sara", brano dedicato alla morte di Yara Gambirasio e Sara Scazzi. Si chiude bottega col rock incazzato e deciso di “XXL Man!” e con la dolcissima e sussurrata “Ghost Track” dove, ancora una volta, tema centrale è l’amore in grado di fare “da motore all’universo”.
Ricapitolando possiamo tranquillamente affermare che “L’ottimista” è un album estremamente vario, nei suoni quanto nei contenuti e dimostra quanto Gioè sia un’artista versatile. Tutto l’album è un accavallarsi di sensazioni, a volte anche molto raffinate come nei casi dei brani in francese. Il vero neo sono i testi che, seppur diretti e senza troppi fronzoli, risultano talora essere decisamente poco incisivi.
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La recensione L'Ottimista! di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-04-30 18:50:00
COMMENTI (1)
Grazie di cuore per il gentile tempo dedicato! ♥♫