La Municipale Balcanica prosegue il proprio cammino senza allontanarsi dall'intento primario, lo stesso dal 2003 ad oggi: quello di portare la musica balkan verso nuovi confini geografici e culturali. La band pugliese questa volta ha dato alle stampe un album contenente solo brani inediti, i cui pezzi posseggono sfumature sonore varie e diversificate. Ben suonato ed arrangiato, “Night ride” è una sorta di immersione in un certo tipo di immaginario musicale, quello in cui i fiati e le percussioni balcaniche si intrecciano con sfumature latine e mediterranee. Tante sono le lingue cantate nei testi quante le anime differenti che muovono gli intenti del gruppo: si passa dal balkan folk al klezmer, fino ad arrivare al rock, al jazz e allo ska.
Ci sono anche alcuni immaginifici brani strumentali (“Rusty”, “Martin got lost” e “Deserto nel deserto”), che potrebbero essere utilizzati come colonna sonora di un film con protagonista Eugene Hütz, oppure come sottofondo per un lungo viaggio tra le strade di Sarajevo. Tutto però appare molto pulito e calibrato: in nessuna canzone si avverte la tribale follia gipsy-punk dei Gogol Bordello o la trascinante pulsione tzigana di Goran Bregović. Applicarsi di più in questo senso darebbe un valore aggiunto ad un lavoro che vanta già una buona partenza.
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