Non tutto è da buttare in "Fears & Dreams of Living Machines"
Se avete letto l'abstract della recensione starete certamente pensando ad una solenne stroncatura. Non è che vi state sbagliando, dato che Fears & Dreams of Living Machines" di Zerocall non ci ha convinto del tutto, anzi molto poco. Se infatti il precedente disco "Soft Power" era stato accolto dalla nostra redazione con viva gioia (e un pizzico di curiosità) questo nuovo "Fears & Dreams of Living Machines" fa un deciso passo indietro. Infatti se l'album precedente, andiamo a citare direttamente la recensione, "ha il gran pregio di non annoiare mai nel suo metodico zigzagare tra mutevoli scenari sintetici", il nuovo lavoro di Zerocall presenta invece un'anima monocorde che sorprende, specialmente per un artista che ci aveva tanto interessato come Zerocall. Intendiamoci: non tutto è da buttare in questo album e ci sono dei momenti felici, anche molto felici. Peccato solo che le note positive siano da registrarsi quando il compositore umbro osa e mescola un po' le carte. Ad esempio come non citare l'ottava traccia, "Deep Mind", che nella sua radicale rarefazione e diversità rispetto agli altri, ci ha fatto proprio sobbalzare sulla poltrona. Ecco, qui sta il nocciolo della questione: partendo proprio da quest'ottava traccia siamo certi che Zerocall abbia molto (ancora) da dire e da farci ascoltare. Ma ad una e una sola condizione: non avere paura di osare perché, in suoni così digitali e sintetici, l'asperità dello spazio è l'unica soluzione possibile.
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La recensione Fears & Dreams of Living Machines di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-04-02 08:45:00
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