Spesso e volentieri nelle band si assiste un momento in cui ci si ritrova ad un bivio: perseguire una strada già battuta, magari affinando ogni tipo di aspetto del genere di appartenenza, oppure veleggiare "per l'alto mare aperto" e avventurarsi in territori inesplorati? Quante volte abbiamo assistito a simili dubbi in seno a band anche molto famose, con talvolta "tragici" epiloghi, cambi di direzione improvvisa e passi falsi. Ecco, sgombriamo subito i dubbi: i Last Eon con "Before I Close My Eyes" scelgono decisamente la prima opzione, ovvero battere un terreno già noto cercando, in tutti i modi, di trovare la strada più semplice e, insieme, affinare ogni aspetto. Ce l'avrà fatta la band di Cassino? Il nostro giudizio in tal senso è negativo: grosso modo i Last Eon sono stati in grado di fare un buon album di shoegaze ma, giustappunto senza mai variare di un millimetro dalla strada maestra, sono rimasti troppo ancorati ad una via sicura. Non che "Dead Dogs", la seconda traccia, sia un brutto pezzo, anzi, è praticamente perfetto per essere una canzone shoegaze ma ha un unico (ma anche enorme) difetto: assomiglia ad altri cento del genere, ad altri cento pezzi belli certo, ma senza una stilla di originalità. Ecco allora che per il prossimo viaggio ai Last Eon consigliamo una cosa: non consultate Google Maps ad ogni passo e affidatevi alle stelle. La strada del post rock è scritta in cielo!
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