I trapper romani Uale & Sbane raccontano le “Cronache di un sadboy” cantando l’amore assoluto degli adolescenti tra rime efficaci, autotune e melodie pop
Un progetto in divenire quello che lega Valerio Morganti, ovvero Uale, e Simone Avanzo, ovvero Sbane. I due artisti romani si erano infatti uniti inizialmente per un solo singolo in inglese, “Couldn’t Save Me” (pubblicato all’inizio del 2018), ma trovando particolarmente proficua la fusione delle rispettive idee artistiche hanno iniziato a lavorare su un paio di pezzi in italiano, che dovevano chiudere questo sodalizio. Invece da questo passo in lingua madre è nato “Cronache di un sadboy”, un intero album di dieci canzoni in stile “emo trap” che, per sonorità, segue la scia di artisti che riempiono le orecchie, i discorsi e i diari dei giovanissimi, cogliendo a piene mani ispirazioni da Carl Brave a Capo Plaza, da Gemitaiz a Rkomi, con il consueto e scatenato uso dell’autotune e ammiccanti melodie pop.
I due trapper cercano comunque di distinguersi dai più illustri colleghi di genere, spingendo meno sul pedale del lusso ostentato e sfrenato e impregnando invece le loro rime del tipico romanticismo adolescenziale, fatto di sentimenti estremi ed emozioni vissute senza paracadute.
Con questo lavoro Uale e Sbane si dimostrano pienamente figli del loro tempo e in particolare fanno proprie le storie quotidiane più autentiche e naturali, incentrate soprattutto sulle cinquanta sfumature di amori possibili.
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La recensione Cronache di un sadboy di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-04-08 18:03:15
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