Bluagata
Sabba 2018 - Rock, Pop rock

Sabba
05/03/2019 - 11:00 Scritto da Letizia Bognanni

C'è ancora bisogno di raccontare una caccia alle streghe che non è mai finita, ha solo cambiato forma,

Bluagata è qualcosa di più del nome della band: è il titolo del brano che apre questo album d'esordio, ed è il nome dell'unica strega ancora in vita fra le tredici raccontate dalle altrettante canzoni che lo compongono. È uno spirito, un'anima che “serpeggia tra i componenti della band, sporca i loro volti di nero come il fumo di un rogo che non si è mai spento continuando a mietere vittime in questo Medioevo perenne”. Bluagata è il suono oscuro e furibondo, dark, hard, noise, a sprazzi quasi metal, che incalza le coscienze con il suo straniante contrasto fra la ferocia espressa dagli strumenti e delle melodie e una voce “leggeri”, quasi a simboleggiare la femminilità violata, rifiutata, straziata, di Diamante, Caterina, Crezia, Bellezza, Aradia, Polissena, Maddalena Matteuccia, Gostanza, Elena, Lucrezia, Margherita. Donne condannate a morte perché libere, diverse, sapienti.

Le loro sono storie che è ancora importante raccontare, perché le donne libere fanno ancora paura, non vengono bruciate ma tanti vorrebbero che scomparissero, e ci provano con nuove forme di un'inquisizione che, scrive la band, “in fondo al cuore nutre ancora lo stesso sentimento di avversione verso la libertà di espressione, l’uguaglianza, la parità dei sessi e il progresso, identificando nella donna il demonio, come si legge nella Bibbia”. E se il rock è la musica del diavolo, allora è giusto che sia anche femmina e femminista, come i Bluagata.

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