“Chiazzetta è un Punkautore, praticamente scrive come un cantautore e suona e canta come un Punk rocker, o viceversa.” Poco da aggiungere, la prima immagine che mi è balenata alla testa per aprire questa recensione è stata: Lodo Guenzi che canta nei Punkreas. O viceversa. Lo dico come gran complimento comunque.Ficata.
“L’imbarazzo della scelta”, l’ultimo degli innumerevoli lavori dell’autore latinense, verte sugli stessi temi che ne hanno mosso tutta la discografia: sonorità in bilico sulla sottile linea che divide il folk dal punk, liriche che si librano tra la paraculaggine più becera e perle di saggezza post moderna, concetti pesanti che fanno l’amore con melodie catchy. Un’opera dadaista, in quanto tale, impossibile da inquadrare, definibile solo per analogia o sottrazione con altre opere pre-esistenti.
L’ironia degli Elio e le Storie Tese, il realismo cinico di Giovanni Truppi, la dolcezza acida dei Sick Tamburo, la venatura brut dei CCCP, ritornelli degni delle “peggiori” Porno Riviste, skit di dieci secondi. Sì esatto, nell’album di Chiazzetta potrete trovare tutto questo, arricchito dai featuring di due delle più affascinanti voci del nuovo cantautorato rosa romano, Mèsa e Marat.
”Più che emergente dopo 20 anni di musica Chiazzetta si autodefinisce non emerso.” E a noi forse piaci così, libero di far quel che ti pare. Ma sappiatelo, a Latina non c’è solo Calcutta.
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