Gli Half Blood sono quattro cowboy milanesi che con "Run To Nowhere" ci proiettano nelle soleggiate praterie americane a suon di southern country rock
1492: l’Europa inizia a colonizzare l’America e anno dopo anno la reinventa, le impone i propri usi e costumi e infine le dà il nome dell’italiano a cui è attribuita la “scoperta” (a Colombo, che aveva fatto confusione, è rimasta la Colombia, ma questa è un’altra storia).
2013: un po’ più di cinque secoli dopo nascono gli Half Blood e la soleggiata America del Sud si prende una nuova piccola ma significativa rivincita, dettando questa volta i suoi usi e costumi (musicali) ad una band tutta italiana ma che di italiano in verità ha solo le origini.
Dopo aver calcato centinaia di palchi, nel 2018 il quartetto decide di dar vita a “Run To Nowhere”, un album che racchiude alcuni coinvolgenti pezzi inediti e le efficaci cover di “What turns me on” e “Something to dance to” di Erica “Sunshine” Lee. “Run To Nowhere” è un esordio festaiolo e convincente, fatto di ampie plettrate acustiche, assoli elettrici, melodie solenni e un sound che affonda le radici nella tradizione country rock americana, sporcandola solo leggermente con contaminazioni comunque affini, di matrice hard rock e blues. Non mancano naturalmente l’armonica, il violino, il banjo e la lap steel guitar a conferire ai suoni l’effervescenza classica del genere.
A bordo di queste undici canzoni rombanti come il motore di una Harley Davidson, si incontrano Outlaws, Creedence Clearwater Revival, Lynyrd Skynyrd e altri amici che salutano con soddisfazione questi loro nuovi drudi italiani, che non sfigureranno sui palchi country di tutto il mondo.
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La recensione Run To Nowhere di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-04-12 11:45:13
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