Baobab Romeo
Hum 2018 - Indie, Elettronica, Post-Rock

Hum
05/04/2019 - 09:54 Scritto da Mattia Nesto

Rarefazione del suono e mondi ghiacciati: "Hum" se prestate attenzione potrebbe regalare sorprese

Sì, certo, non è facile, non è facile specie al giorno d'oggi. Un album come "Hum" nel nostro tempo presente non è sicuramente il disco più facilmente fruibile che potrete trovare. Eppure se vi armerete di un pizzico di pazienza scoprirete un mondo, vagamente ghiacciato e immoto, di grande impatto che i Baobab Romeo sono stati in gradi di costruire qui. "Ring", la canzone che apre "Hum" è in questo senso illuminante. L'inizio è praticamente in sordina, anzi ci si chiede se, effettivamente, sia iniziato e poi si scopre, piano piano, molto ma molto lentamente, il suono crescere sino a raggiungere un climax di grande impatto: non violento, non possente ma aereo, che appunto si allarga e si gonfia intorno a noi. Ed ecco allora che grazie anche alle successive "Island" e "Vulcano" (la nostra preferita) i mantovani ci mettono di fronte un compiuto discorso musicale, di granfe profondità e ben realizzato. Rimane tuttavia il discorso di prima: la grande "pecca", se tale la si vuole considerare, di questo disco è il "fattore tempo". Per essere assimilato e compreso a dovere occorre dare e "dargli" tempo, altrimenti lo si derubricherà come l'ennesimo tentativo non riuscito di rock sperimentale. Però i nostri "2 cent" sui Baobab Romeo ci sentiamo proprio di doverli spendere: in fondo i viaggi lenti e lunghissimi non ci hanno mai fatto paura e non soffriamo neppure troppo il freddo, basta coprirsi a dovere. E voi, venite con noi? 

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