Lucio Leonardi si fa chiamare PHOTOGRAPHS. per questo ultimo progetto che lo vede protagonista con l'album Hurt. Il titolo è evocativo, rispecchiando l'anima buia e tetra che scorre per tutte le tracce del disco. La base su cui si lavora è quella dell'elettronica, nello specifico sottoinsieme della IDM e dell'elettro dark, con quel retrogusto molto anni '90, glitch che però alla fine non dispiace. I testi tutti volutamente in inglese conferiscono alle tracce una coerente musicalità finale, che procede in maniera piuttosto ripetuta in tutte e 11 le tracce.
Non ci si è allontanati troppo da quello che era stato l'ultimo disco di Leonardi, Alma Mater composto dalle stesse identiche sonorità che si ripronpongono bene o male anche in Hurt; il consiglio è quello di variare o perlomeno provare ad aggiungere un quid che smuova le acque torbide di questo disco. Un genere musicale simile necessita di grande eterogeneità nelle sue (meglio se poche) tracce, per far sì che l'ascolto dell'intero album non risulti alla fine pesante.
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