Questa primavera è apparsa su IndieforBunnies un'intervista a Odette Di Maio, ex cantante dei mai abbastanza compianti Soon, in cui venivano elencati i dieci album che si sarebbe portato su un'isola deserta. In questo elenco è stato inserito anche "Lost in Space" di Aimee Mann, un disco sorprendentemente simile (ma per certi altri aspetti molto diverso) da questo, bellissimo, "The Pines" di Ben Slavin 2. Ma il gioco di rimandi ma ben oltre la semplice consonanza di temi o di sonorità: già perché la stess Odette ha collaborato proprio con Ben Slavin, cantautore nordamericano ormai trapianto da anni in Italia, dando vita al duo The March. Proprio da qui, proprio da questo gioco di legami e unioni di intenti, oltre che di gusti, scaturisce questo "The Pines" che, praticamente in totale opposizione alle mode del momento, si impone per la sua assoluta semplicità oltre che perfezione nella gestione dei pochi elementi messi in campo. Prendete il secondo pezzo "On Washington Square" : non è forse la cosa più pura e cristallina che avete sentito in musica da un sacco di tempo a questa parte? Ecco, forse proprio qui sta la grandezza del cantautore americano. Ovvero essere in grado di evocare, nel suo folk lo-fi ridotto all'osso, un sacco di belle suggestioni e rimandi con una freschezza da esordiente, anche se il "nostro" è ormai anni e anni che calca i palcoscenici. Chissà come avrà fatto: non è che avere familiarità con i boschi e la Natura possa contare più di un produttore pettinato alle volte per fare un piccolo/grande disco come questo "The Pines"?
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