Mettiamola subito così: Grandine mente - e non benissimo. Tentativo del nostro, con questo "Origami", è venderci un po' di tristezza e nostalgia. Il problema è che non tutto va come dovrebbe: i suoni sono quelli che da qualche anno vanno ben di moda, chitarre in alcuni momenti, batterie sincopate in altri - proprio a voler strizzare l'occhio al pubblico indie e trap in un solo momento, e alle varie community online che si credono tanto cool.
L'album è interamente prodotto dallo stesso Grandine e questo è certamente una nota di merito personale, ma non per questo suona meno scontato. Proprio come impersonali e già sentiti suonano i testi, le linee vocali, i flow. Cliché dopo cliché il disco si trascina per circa una mezz'ora. Non ci siamo.
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