“Odyssey to no-one” è il racconto di un viaggio omerico interstellare, fatto di composizioni elettroniche curate, intense e graffianti. È un sogno ad occhi aperti e con le cuffie nelle orecchie.
“Odyssey to no-one” è un unico racconto fatto di brani e di capitoli, in cui ognuno è una composizione elettronica che evidenzia cura e ricercatezza da parte dei TALES OF KALEDRINA. La voce di Fabrizio Vacca, dal timbro ricercato, che a tratti ricorda Billy Corgan, alterna momenti in cui domina le melodie ad altri in cui ne segue l’andamento, accompagnato al bisogno dalla voce in background di Valentina Romei.
“Odyssey to no-one” è un viaggio in uno spazio etereo e ultraterreno che in qualche modo ricorda la Space Oddity o lo Starman di Bowie; musicalmente è altro, perché il viaggio dei TALES OF KALEDRINA è fatto di elettronica pura e vibrante, forte ed intensa, talvolta angosciante, metallica e graffiante (ascoltare il finale di “Mætel”, “Sachiel of the Grey Clouds” o “Pluto’s Silver Rising Fog” per credere).
Con quegli strumenti, giocando con le sensazioni e le suggestioni, “Daffodil, Daffodil” avvolge corpo e mente, tintinna e balbetta, ma non cede neanche per un secondo; “The Shape of my Soul” sembra venire da un’altra dimensione e potrebbe essere la colonna sonora di un viaggio interstellare verso Plutone. “Sachiel of the Grey Clouds” è il cielo che si fa nuvoloso, a cui fanno da contraltare suoni più intensi, graffi profondi di chitarra che sembrano l’arrivo del temporale: è questo il trionfo della musica, che sa generare immagini e sensazioni solo con l’ascolto. Così “Sad Cydonia” rallenta il ritmo, ed è il cielo che resta grigio anche dopo il temporale, che lascia un po’ di tristezza e malinconia nell’aria e quell’odore di pioggia sulla terra; “Pluto’s Silver Rising Fog” è la nebbia argentata che si alza su Plutone all’improvviso e in un attimo avvolge tutto, provocando angoscia e smarrimento. “Even When the World Fades”, infine, è la Terra come noi la conosciamo che svanisce e lascia spazio al vuoto.
I TALES OF KALEDRINA, insomma, raccontano la storia di un viaggio omerico interstellare, in cui ogni capitolo è una composizione elettronica da ascoltare e da seguire, che ci prende alle spalle e ci porta in alto, verso i pianeti, le stelle e i satelliti, in spazi vasti, oscuri e sconosciuti. E ci fa sognare ad occhi aperti con le cuffie nelle orecchie.
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La recensione Odyssey To No-One di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-04-27 16:10:52
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