Con un nome molto "da complesso anni Settanta" i La Teoria delle Nuvole ci conquistano. Nonostante i testi
"Versus Serendipità" è un disco diviso a metà, si potrebbe dire manicheo ma non vorremmo togliere lo scettro dei riferimenti incrociati ai La Teoria delle Nuvole che, con un nome così, paiono essere usciti dritti da una rivista di musica prog anni Settanta. Eppure la band della Valle d'Aosta realizza, senza ombra di dubbio, un disco interessante, con un sacco di rimandi alla tradizione post-rock e shoegaze che certo non ci lasciano indifferenti ma che, se si analizzano i testi (o anche se solo si ascoltano distrattamente), lasciano più che interdetti. Infatti sono propri i testi, già nella prima canzone, "Tetris" a non convincere per niente, risultando pomposi, artatamente barocchi e, in poche parole, mal funzionante con invece le suite musicali che i valdostani sono in grado di realizzare. Quando le due facce della stessa medaglia trovano maggiore equilibrio, e stiamo parlando del nostro pezzo preferito, l'atmosferica "Repetita", ecco che il disco, improvvisamente, si apre e ci fa toccare con mano una band davvero autorevole e interessante, e anche abbastanza innovativa nel panorama italiano. Invece, nei passaggi in cui le due parti non comunicano tra di loro, ecco i problemi, i gravi problemi che attanagliano "Versus Serendipità" e che non possono farci dare un giudizio positivo, senza se e senza ma, sul lavoro della band. Se i ragazzi di Aosta sapranno cesellare meglio i testi, e anche sfrondarli di troppi passaggi barocchi inutili, allora sì che ne "sentiremo" delle belle. Altrimenti preferiamo un b-side a caso dei Delirium, sempre e comunque.
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La recensione Versus Serendipità di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-04-15 08:11:50
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