Con il suo psy-folk minimale Seacrash confeziona un bel disco, nel quale vagare è un piacere.
“Veronica” di Seacrash -al secolo Antonio Littarru, cantautore sardo- è la prova in musica di come con pochi elementi di base si possano realizzare cose belle; è un manifesto sulla non necessità di avere a disposizione mezzi spropositati e incredibili per riuscire a farsi ascoltare.
In “Veronica” si trovano poche cose: quasi tutti i pezzi sono costruiti esclusivamente sulla voce di Seacrash e sugli arpeggi della sua chitarra. L’unione di questi due ingredienti crea un’alchimia tanto bizzarra quanto funzionante: la voce di Littarru, peculiare nel suo essere piuttosto acuta e in un certo modo sghemba, si incastona alla perfezione sui sottostanti accordi, diventandone una sorta di naturale prosecuzione. Il rischio tedio, che potrebbe derivare da un progressivo tramutarsi della semplicità di questo disco in monotonia, è annullato dall’intelligenza con cui Littarru lavora su questi incastri, riuscendo sempre a proporre una varietà di soluzioni e di accorgimenti che spingono in continuazione a chiedersi “E adesso?”, per poi rimanere invariabilmente soddisfatti della risposta. Il risultato è un folk venato di un aroma psych, essenziale e ridotto all’osso ma penetrante come solo le cose più leggere riescono ad essere.
Occasionalmente compare poi qualche altro elemento: una spruzzata di sintetizzatori qua e là in “Kyoto in pictures”, l’eco lontano di una chitarra elettrica nel finale di “And now I just have some headaches”, una batteria discreta soprattutto nella seconda metà del disco. Solo “Shimmering” osa da questo punto di vista, proponendo una parte strumentale più articolata e ricca; se da un lato potrebbe forse rappresentare un possibile singolo, di sicuro è il pezzo che più si conficca nella testa, con quel giro di chitarra psichedelica nel ritornello che alla terza ripetizione non si può più fare a meno di seguire con un elegante movimento del capo.
“Veronica” è un disco che ha tanto da offrire, a patto di accettare di farsi trascinare dai suoi suoni e dalle atmosfere che essi evocano, consapevoli del fatto che ogni ascolto dell’album non sarà con ogni probabilità l’ultimo.
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La recensione Veronica di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-02-22 09:00:00
COMMENTI (1)
Disco bello e intelligente