Se per "Tidur", l'album precedente di Alberto Nemo, avevamo definito tale opera come "oggetto musicale tra i più complessi che potrete trovarvi di fronte", con questo "Dante VS Nemo" il cantautore veneto alza ancora l'asticella, facendo, idealmente incontrare la Donatella Ruggiero più sperimentale degli ultimi anni con la lingua di Dante Alighieri. Ecco già solo questo, siamo convinti, potrebbe spaventare i più ma, al contempo anche incuriosire i pochi che rimarranno a leggere la recensione. Perché in realtà basta poco per entrare in questo mondo dotto e colto che Alberto Nemo costruisce in "Dante VS Nemo". Basta infatti la prima canzone, "Ancora", una sorta di pezzo di bravura sia per quanto riguarda la cosiddetta "lettura interpretativa" sia per quanto riguarda la composizione: una vera e propria vertigine e della lingua e degli arrangiamenti fanno di questa canzone una piccola "opera" a sé che però rende bene le coordinate del disco. Un disco che, bisogna ricordarlo, non solo non è facile ma non è neppure costante, se infatti "Ancora" e "Limbo" sono due pezzi complessi ma dal grande fascino, non sempre questa artificiosa qualità permane e vi sono momenti di concreta stanchezza qua e là. Tuttavia, se l'ispirazione non si mantiene sempre ad alti livelli, va detto che l'opera viaggia su standard elevati, difficili, ma elevati. Se non avete problemi ad avventurarvi "in quota", un viaggio del genere vale, da solo, il prezzo del biglietto.
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