La speranza del rock de Il Gigante contro il logorio della vita moderna e della superficialità generale.
Sono bastati due anni a Il Gigante per compiere l'evoluzione che la musica di protesta italiana ha avuto negli ultimi decenni. Nel 2017 si erano presentati con quattro brani urlati, arrabbiati, freschi di garage (anche se già si erano fatti conoscere col progetto Sluggish Tramps che si sono lasciati ormai alle spalle), con sonorità stoner/post-grunge. Ora tornano con il primo LP, "La rivolta del perdente", con la stessa maturità musicale e autoriale ma molto più vicini a quel rock alternativo alla Verdena che ha segnato il passaggio da un secolo all'altro.
Le distorsioni sono più controllate, ma le corde suonano comunque aggressive, spinte da ritmi veloci e incessanti. Il tutto a spingere la voce di Daniele Benincasa che, graffiata al punto giusto, rende il tutto più autentico creando una sorta di ponte fra la vecchia scuola e il rinnovato amore per quel tipo di rock all'italiana.
Il Gigante iniziano mettendo subito in chiaro che tipo di album si sta ascoltando con "Allora suona tu", brano che dà voce alla frase che tutti i musicisti hanno voluto urlare in faccia a qualcuno almeno una volta nella propria vita, e che risponde alle frasi critiche lanciate come verità indiscusse, dimenticando come troppo spesso succede la differenza tra fatti e opinioni. Ed è un brano che presenta l'album ma soprattutto il gruppo, con la loro capacità di evolversi senza mai abbandonare le proprie origini e la volontà di suonare e reagire alla superficialità. E anche in questa volontà si nota il legame con quel fertile panorama musicale di fine anni'90/inizio millennio, quando gli Afterhours cantavano di volere un pensiero superficiale che rendesse la pelle splendida.
Nella titletrack, così come in "Che sia la fine", Il Gigante raccontano la loro speranza ponendovi le radici del loro lavoro. Ma "La rivolta del perdente" non è solo speranza in un mondo fatto di dialoghi e non di conflitti, è anche una ventata d'aria fresca che ravviva la speranza che esista ancora un modo per raccontare l'insofferenza giovanile attraverso generi e sonorità che hanno lasciato orfani molti pubblici.
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La recensione La rivolta del perdente di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-01-23 09:00:00
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