“Ossa e sale” è un disco dolorosamente commovente, che entra dentro e fa vibrare forte il corpo e l’anima.
Attitudine cantautorale sotto ad un lenzuolo elettronico e di colpo “è arrivato il temporale, allora andiamocene al mare amore” (“Ossa e sale”), ché sì, il mare è bello pure con la pioggia, anzi forse è anche più suggestivo. Solo che il mare fa pensare, “e non dico sia impossibile da accettare però cazzo se fa male. È quel momento in cui ti vedi naufragare e sei troppo stanco per remare”: la title-track è un brano bellissimo che parla di dolore e di necessità, di “salpare dal porto che più ti sta a cuore”, di quanto faccia male e di quanto sia difficile da accettare; la consapevolezza di dover reagire e il sentirsi terribilmente incapaci di farlo. Ed è solo il primo passo di un percorso profondamente intimo e introspettivo, che continua con i brani successivi.
Così “L’ombra più buia di te” è quello che rimane dietro, è il grido che “non fa più male”, tra arpeggi di chitarra e un’elettronica che rimbomba nell’anima e nel torace, che si attorciglia intorno al cuore. “E anche se è inverno sento un caldo bestiale, tra noi il mare. Non l’hai imparato alla scuola elementare che i fantasmi sanno nuotare”: tormento, abbandono e assenza ne sono le colonne portanti, rafforzate da una lontananza incolmabile; “Il mondo per com’è” è la biografia di un cantautore che parla attraverso le proprie canzoni ed è meno bravo con le parole di tutte le persone. Tra consapevolezza ed illusione, è la dicotomia irrisolvibile tra la bellezza dell’immaginazione e l’ineluttabilità della realtà.
“Questa sera”, infine, è acustica e romantica, amore e dolore che si tengono per mano, come se uno senza l’altro non potesse stare. E siamo io e te che brindiamo ai nostri drammi con un bicchiere di Chardonnay, ai ricordi di tutto quello che abbiamo superato e siamo stati, a questo mare solo per noi, anche se “lo sappiamo bene: non abbiamo ali per volare insieme”, è la capacità di lasciar andare, realizzare dolorosamente che non si possa più volare insieme e allora “questa sera berrò qualche bicchiere di più per dimenticarmi di te”.
“Ossa e sale” è un disco dolorosamente commovente che entra subito dentro e fa vibrare forte il corpo e l’anima, ma in qualche modo cerca di esorcizzarlo quel dolore e superarlo, facendone un’occasione di rinascita. È sale sulle ferite, ossa che tremano fortissimo ed occhi rossi e gonfi.
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La recensione Ossa e sale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-06-17 17:44:27
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