La certezza dei The Revers è il rock, che può anche diventare hard. Riff e assoli di chitarra elettrica, basso e batteria tonanti attraversano tutto l'album “261”. Gli arrangiamenti sono potenti e ben strutturati e la produzione musicale è buona. I testi disegnano un loro immaginario interessante, che purtroppo in alcuni punti viene vanificato dagli eccessi vocali.
Infatti il cantato, ora acuto alla Giuliano Sangiorgi, ora roco, ora urlato, è sicuramente particolare ma sarebbe meglio usare la sua duttilità a piccole dosi, come fosse una sorpresa o una chicca da inserire qua e là nel disco. Nei prossimi progetti il gruppo di Napoli potrebbe lavorare sulla propria identità artistica, ricalibrandola ed evitando estremismi canori controproducenti: la bellezza sta anche nella forza della semplicità.
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