Nei sei pezzi di "Placide ninfe" c'è ricerca di identità e desiderio di trovare strade originali.
Nei sei pezzi di "Placide Ninfe" c'è ricerca di identità e desiderio di trovare strade originali. È sotto questa lente che è opportuno leggere il mini-album di esordio dei Listrea, il cui sound pesca a piene mani dagli anni 90 per disegnare scenari oscuri attraverso chitarre sferzanti, cambi di atmosfere ed echi dream-pop.
Dalla loro c’è l’intenzione, a volte realizzata, a volte meno riuscita, di ricercare soluzioni alternative all’ascolto facile, che determina la costruzione di una individualità propria. Di contro, l’ingenuità imputabile alla giovane età tradisce il pieno ottenimento del risultato. A influire negativamente sono soprattutto un timbro vocale spesso incapace di dare un valore aggiunto alle composizioni e l'eccessiva verbosità di alcuni testi, che a volte sconfina nel parodistico. Non basta usare parole ricercate per donare loro senso ed improvvisa musicalità: si può anche scrivere "in un varco fittizio sprofondo con tedioso rammarico", ma difficilmente suonerà bene.
Una scelta che finisce per diminuire il trasporto emotivo dei brani, abbassandone inevitabilmente le potenzialità. A loro il compito di lavorare sui propri errori e aggiungere valore a una buona base, trasformando quelli che oggi sono limiti in punti di forza futuri.
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La recensione Placide Ninfe di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-03-01 09:00:00
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