Passato, presente e futuro. Gli Ananda Mida chiudono il loro progetto dipolare iniziato nel 2016 con "Anodnatius" portandoci a bordo del loro viaggio psichedelico.
Con gli Ananda Mida si viaggia, percorrendo strade diverse in tutte le direzioni.Verso il passato andando a riprendere il periodo d'oro dello stoner italiano quando il panorama underground sfornava grandi band come gli OJM del batterista Max Ear, che riuscivano ad arrivare a stretto contatto con i giganti americani del livello dei Kyuss senza sfigurare. Verso il presente dimostrando di avere ancora molto da dire, giungendo con questo album a una doppia uscita lunga quasi tre anni che crea un dipolo discografico.
"Anodnatius" e "Cathodnatius" formano una cella elettrolitica che davvero riesce a trasformare e creare energia chimica dando una scarica, ora di potenza stoner ora di intenso trip psichedelico, in una continua elettrolisi musicale. E fra questi due generi si crea il secondo dipolo artistico degli Ananda Mida che sanno spostarsi da un polo all'altro in modo netto, come si può vedere anche banalmente dalla durata dei brani che si alternano fra lunghe evoluzioni psichedeliche e brani diretti e più classici, ma con la capacità di saperli collegare perfettamente fra loro fino ad arrivare al lunghissimo brano finale che presenta tutta l'anima lisergica della band.
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La recensione Cathodnatius di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-02-22 09:00:00
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