saffelli ossitocina 2019 - Cantautoriale, Indie, Elettronica

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Tutto quello che va di moda adesso lo troverete in "Ossitocina": se vi piace tuffatevi fiduciosi. Altrimenti "fuggite, sciocchi"

Si inizia con "Alaska" ed è un subito un fiorire di riferimenti incrociati alla vita metropolitan-milanese, mestieri "moderni", app sfiziose e abitudini ad uso e consumi dei, per dirla come al tiggì, giovani d'oggi. Saffelli, per sua stessa ammissione, "cantante e autore milanese, è uno di quei personaggi che secondo Scerbanenco ammazzano il sabato" non ha insomma alcuna paura o timore nel dimostrare, sin dalle primissime note, quali siano le sue coordinate, emotive e artistiche. Ci troviamo, ormai è chiaro ed evidente anche a voi, negli stessi lidi, per dire un nome tra cento, de I miei migliori complimenti con però una maggiore componente dance dal punto di vista del ritmo e minore ispirazione in fatto dei testi. Già perché se dal punto di vista squisitamente sonoro (per comprenderlo ascoltatevi "Amore miope" per farvi un'idea più precisa) il lavoro di Saffelli è davvero molto interessante e, giustappunto, contemporaneo, a livello testuale ci pare invece qualcosa di già sentito in tantissime altre forme. Forme, perdi più, nella maggior parte dei casi migliori di "Ossitocina". Eppure, nonostante la pochezza di quattro canzoni per dare un giudizio completo, Saffelli offre spunti notevoli, come l'incipit di "Fastfood", di sicuro grande effetto. Poi, e questo capita in tutti e quattro i pezzi, ad un certo punto ci si perde (tipo nei ritornelli), la qualità crolla vertiginosamente e la sensazione di déjà-vu domina su tutto e tutti. Dai, abbiamo fame di novità Saffelli: portaci pure in giro per Milano ma non sempre nei soliti posti. Scerbanenco ai suoi tempi non lo faceva, ma neppure Colaprico ai nostri no?

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La recensione ossitocina di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-04-21 08:32:19

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