Grande atmosfera per un disco che "suona di molti echi"
Echi, suggestioni e atmosfere. Sono queste le tre parole-guida di "17 Encores", il disco di Daniele Bogon. Già perché l'artista padovano realizza un lavoro che si contraddistingue, fin dall'iniziale prima traccia "Ex Nihilo", per un ambient, strumentale e elettronico, che mira ad accompagnare l'ascoltatore in un viaggio, non sempre facile, attraverso varie sfaccettature del suono. L'impatto è forte, quasi brutale a volte, anche perché pezzi "Airport", se ascoltati attraverso un buon impianto audio, sono davvero "delle botte di suoni" che arrivano, spezzando di fatto la monotonia della musica che va di moda oggi. Infatti in un mondo della discografia sempre più virato a "snellire" la produzione, magari con scelte legate o al lo-fi o a registrazioni più o meno amatoriali, Bogon va proprio nella direzione opposta. Per questo "Airport" è la nostra traccia preferita: perché è quella più rappresentativa della già citata cura, quasi maniacale, dei suoni. Lo ripetiamo: non è un disco facile anzi e, non sempre, l'ispirazione artistica "regge" nel confronto con la realizzazione strumentale. Infatti gli arrangiamenti, per così dire, segnalano qualche punto di stanchezza, specie nella seconda parte del disco. Tuttavia, proprio grazie al suono puro che il padovano è riuscito ad esprimere, l'album è un album, soprattutto, di qualità. E tanto ci basti, oggi, no?
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La recensione 17 Encores di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-04-25 08:10:34
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