Dopo i fasti sanremesi, ecco finalmente il primo CD dei romagnoli Quintorigo, senz'altro la sorpresa più bella (l'unica?) dell'ultimo Festival.
Ad aprire il disco troviamo i due pezzi più famosi: Kristo, sì!, già uscita come singolo lo scorso anno, seguita da Rospo, il brano di Sanremo. Fin da subito ciò che colpisce maggiormente è la capacità del quintetto di creare canzoni orecchiabilissime e al contempo estremamente ricercate negli arrangiamenti, il tutto utilizzando esclusivamente una strumentazione che ben poco ha a che vedere con il pop ed il rock. La rinuncia a chitarre, basso e batteria non rappresenta un limite, ma è uno stimolo a cercare sempre soluzioni nuove. Dopo un inizio di altissima qualità, il CD prosegue sullo stesso livello: alla ritmata Nero Vivo fanno seguito la strumentale Zapping, in bilico tra musica classica e jazz, e l'incalzante Sogni o Bisogni?. Tradimento è un pezzo d'atmosfera, abbellito da una splendida interpretazione di John De Leo. E' poi la volta di Deux Heures De Soleil, bella con la sua voce trattata, e di Momento Morto, in cui il violino suona come una chitarra grazie all'uso del wah-wah. In conclusione troviamo i brani più atipici del disco: anzitutto la cover di David Bowie Heroes, che, dopo una prima parte lenta e quasi psichedelica, si conclude in crescendo. Seguono poi la jazzata We Want Bianchi, impreziosita dalla batteria dell'ospite Roberto Gatto, ed un remix di Kristo, Sì!, molto più lenta e dilatata rispetto alla versione originale, vicina a sonorità dub e trip-hop, in cui è lo stesso De Leo ad usare la voce a mò di drum-machine.
Per finire due parole anche sui testi, che trattano di tematiche personali con originalità e profondità, senza mai cadere nel banale. Un'ulteriore riprova della qualità della proposta dei Quintorigo, un gruppo senz'altro da seguire.
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La recensione Rospo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-05-20 00:00:00
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