Questo primo album omonimo del duo Soaware è un perfetto connubio tra rock ed elettronica che convince ed appassiona.
Interessante esordio quello dei Soaware. Un lavoro in bilico tra rock ed elettronica che rimanda a colossi del genere come i Depeche Mode, tanto per fare un nome.
Pensando che è solo il primo capitolo, è evidente che questo duo ha ancora tanto altro da scrivere.
Questo "Soaware" ha richiesto ben quattro anni di duro lavoro. In barba all'era della tecnologia, è stato realizzato con sintetizzatori e strumenti analogici, ricreando sonorità molto care agli anni ottanta e novanta. Con l'aggiunta di una voce avvolgente alla Dave Gahan che impreziosisce il tutto. A tratti più elettronico, a tratti più rock, "Soaware" riesce a mantenere un perfetto equilibrio tra le due facce della medaglia di questo gruppo, senza far mai imporre un genere sull'altro, facendoli camminare a braccetto dalla prima nota all'ultima.
Con le sue atmosfere cupe e misteriose, il disco riesce a catturare, o meglio riesce proprio ad ipnotizzare, ed incuriosire. Un connubio tra passato e presente, adatto ai nostalgici ma allo stesso tempo anche agli ascoltatori a caccia di nuove sperimentazioni.
Studiato nei minimi particolari, si sente che "Soaware" è frutto di una pazienza e una passione che vanno di pari passo. Un lavoro misurato al millimetro che non risulta però freddo e calcolatore, al contrario tocca una parte nascosta della nostra anima, una parte forse un po' oscura che abbiamo paura di guardare.
Un rock elettronico (definizione che potrebbe apparire come una contraddizione in termini ma che spiega più o meno cosa fa questo duo prima di ascoltarlo con le proprie orecchie) con sfumature tra il dark e il dream pop, immerso in una dimensione onirica tesa tra incubo e sogno.
I Soaware già convincono e sembrano già aver intrapreso una strada giusta e decisa.
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La recensione SOAWARE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-03-06 00:00:00
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