Vostro Onore, chiedo venia. A volte trascino le cose a lungo. Succede quando le cose in questione galleggiano in un limbo che impedisce scelte radicali. Ho ricevuto il demo dei Furbaster a Ottobre, se non ricordo male. Il primo ascolto, quello fatto d’istinto, l’aveva lasciato scivolare nel limbo: “appena ho un attimo l’ascolto di nuovo, poi scrivo”. A fine Novembre, l’incontro al MEI. La mia doppia identità ha fatto si che il demo mi fosse proposto nuovamente “per cinico”. La promessa di recensirlo al più presto è rimasta nuovamente intrappolata nelle paludi del limbo. Ad Aprile è finito tra le mie mani per la terza volta; arrivato tra le proposte per il concerto del Primo Maggio. Intanto il demo si era trasformato in cd, pubblicato dalla Blond Records, guadagnando, strada facendo, uno scarno booklet scritto in inglese, la serigrafia interna, il cellophane ed il bollino S.I.A.E.
Mentre scrivo sono in treno, luogo ideale per ascoltare musica, perché si può guardare fuori e liberare la mente. Ci sto girando attorno, lo so. Sto scrivendo di tutto tranne che dei Furbaster. Vorrei, per diverse ragioni, non aver mai ricevuto questo cd e non doverlo recensire. Così svicolo. Il disco è registrato discretamente, pulito prodotto da computer, in linea con i tempi. Un paio di spunti appena sopra la media, “A momenti” e “Did it”, che giocano con le parole e le colorano con ritmi allegri. Una delicata ghost track, solo piano, scivolata lì quasi per caso; il resto è limbo. Pop? Rock? PopRock? Latino? Funky? Tutto e niente. E per quanto chiuda gli occhi, non capisco a chi si rivolgono i Furbaster. Decido di approfondire: faccio un giro sul sito, entro nel forum e nel guestbook e sento fischiare il vento, come in certi vecchi film western dove l’unica cosa che si muove sono i grovigli di sterpi… Difficile immaginare le facce della platea di un loro concerto, quasi impossibile intuirne i gesti. Cosa fa il pubblico ad un concerto dei Furbaster? Canta? Balla? Si commuove? S’identifica nei testi delle canzoni? Il senso sfugge. Se avessi ascoltato prima il demo, magari al MEI avrei potuto comunicare loro questi dubbi e suggerirgli uno spunto di riflessione. Non l’ho fatto e quindi chiedo venia.
In Italia la metà della popolazione, indipendentemente dall’età, sogna di suonare e cantare su un palco, per esprimersi o cercare di entrare nel “dorato mondo dello spettacolo”. Nell’altra metà galleggiano editori ed etichette che alimentano vane speranze. Realizzare il master di un disco è quasi alla portata di tutti e la stampa ha costi irrisori. Le emozioni invece scarseggiano. Mancano le canzoni in grado di regalare almeno un brivido lungo la schiena, di strappare un sorriso, di stupire. Mentre nel limbo, da tempo ormai, c’è posto solo in piedi. Questa, Vostro Onore, la mia versione dei fatti. Per par condicio riporto la presentazione presente sul sito della Blond. - “Un cd fresco, ironico, ben suonato e anche un pò folle. Grazie all'incontro fatto tra Capuano che faceva il docente e Christian Mariotti all'accademia di San Remo. Un progetto indipendente e cooprodotto tra blond e Furbaster... da sostenere!”.
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La recensione Sex Me di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-09-27 00:00:00
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