"Impossibili paesaggi", il debutto di Bruno Sponchia.
Il cantautore veneziano Bruno Sponchia si presenta sulla scena musicale con il suo primo album "Impossibili paesaggi", nato sotto la supervisione di Novecento e Giuseppe Vio. Il lavoro, composto da otto tracce, ci presenta l’immagine di un uomo che non trova il suo posto all'interno della società, al quale non importa di sembrare interessante in mezzo a "cretini dalle foto appariscenti". Già dalla prima traccia, "Il fuoco d’artificio”, viene palesata la cornice narrativa del disco, che spesso parla di emarginazione, solitudine e resistenza. Esemplare in questo senso la frase "Come l’acqua scava i monti fingendo di adattarsi e conserva la tenacia di piegarsi e non arrendersi", che va ad aggiungere quella nota in più di speranza in un quadro non troppo positivo. Il disco procede poi presentandoci dichiarazioni d’amore ("Modalità aereo"), o ancora timori circa la fine della giovinezza, che si eclissa qui per fare spazio alle prime luci della decadenza ("Le luci della decadenza").
A fare da sfondo a questi racconti troviamo delle onnipresenti tastiere, che vengono qui accompagnate da sintetizzatori, chitarre e cori. Sia dal punto di vista musicale, che dal punto di vista contenutistico, il disco non propone chissà quali novità, ma rimane comunque piacevole all’ascolto. Stiamo a vedere cosa ci proporrà in futuro Bruno Sponchia.
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La recensione Impossibili paesaggi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-02-19 09:00:00
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