Sui monti della Valtellina il cielo risplende anche la notte, e le stelle brillano chiare e cristalline. Guardare il cielo notturno senza le luci della città ha sempre dato quel senso di straniamento e solitudine in un universo infinitamente grande e la musica dei Castaway Roaming sembra essere nata da quel cielo, da quelle stelle: cristallina, precisa, con un obbiettivo fisso in tutto l'album composto da diversi sguardi verso il mondo e la realtà che li circonda, ognuno da una diversa prospettiva.
"Løne Star" è un insieme di finestre sull'esistenza, ogni brano vuole essere un viaggio ed una situazione a sè, ma insieme formano la visione che i Castaway Roaming hanno del mondo. Un insieme di singolarità e solitudini, tutte racchiuse sotto lo stesso cielo ma tutte profondamente distanti.
Anche musicalmente "Løne Star" si struttura in questo modo, con nove brani uniti dal genere ma ognuno con una propria identità. Il sound dei CR rimane ben definito per l'intero album, con la batteria di Simone Pozzi costantemente sul pezzo in linea con la tradizione ritmica che negli anni '90 batteristi come Matt Cameron hanno costruito.
Sempre per riprendere la scuola dell'alternative di quegli anni i virtuosismi sono ridotti al minimo, e chitarra e basso creano una buona base per far spiccare la voce di Alessandro Iemoli, sempre presente e con un ottimo timbro che lo posiziona fra le voci da "giovane punk" ma con quella sfumatura di urlato sofferto che sempre arriva da quella scuola nineties.
L'interessante concept dell'album e l'ottima costruzione musicale rendono i Castaway Roaming una novità da tenere d'occhio, con tutte le carte in regola per spiccare il volo verso quel cielo che hanno scelto come metafora della propria musica.
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