Il vocabolario sonico di Maroccolo è una landa desolata. Per questo è magnifico.
"Cuspide " e "Tundra", non so bene il perché, sono due tra le mie parole favorite. Quindi è ovvio avere avuto, fin da subito, un occhio e un orecchio di riguardo per questo "Alone", il nuovo album di Gianni Maroccolo. E quell'occhio o orecchio di riguardo si è subito moltiplicato per due quando è entrata la chitarra del primo pezzo, "Cuspide", giustappunto. Questa canzone, così come le altre sei che compongono l'album, è un pezzo strumentale e sperimentale, quindi tutto ciò che oggi non va di moda. Ecco, già solo per questo ci piace, ci piace assai questo disco ma non solo per questo. Infatti "Alone" è, innanzi tutto, un album suonato benissimo e registrato meglio, dove la componente atmosferico/emotiva, in pezzi come "L'altrove" o "Sincaro" (altro titolo bomba) la fa da padrona, trascinando l'ascoltatore in epico viaggio attraverso una terra desolata e per questo tanto affascinante.
Affascinante perché sono le spire sonore di Maroccolo ad affascinare, giustappunto, l'ascoltatore, che ne rimane avviluppato, senza desiderio però di liberarsi e di venire via da quell'abbraccio, ma anzi volendo rimanerci aggrovigliato, come un problema non risolto, come un ostacolo non superato, perché non importa riuscire o vincere, in questo caso, la cosa importante è "rimanere in stretta connessione con le altre cose e gli altri più in generale, pur rimanendo da solo magari".
Ecco questo è l'esatto orizzonte culturale e spirituale entro cui si muove questo album, che trova la sua sublimazione finale nella già citata, e splendida, "L'altrove" e nel suo fantastico duetto con Edda. Ve ne abbiamo parlato anche qui. Anche grazie ad un video suggestivo, la somma Maroccolo + Edda si erge a operazione alchemica: il loop ipnotico della chitarra e del basso di Maroccolo viene rintuzzato dalla voce di Rampoldi, quasi uno sciamano senza tempo né spazio che salmodia verso la folla, pur essendo in totale solitudine. Altra prestigiosa ed efficace collaborazione quella con Iosonouncane in "Tundra".
Questo dialogo tra una moltitudine che manca e un'unicità da cui si vuole, vanamente, sfuggire è veramente affascinante ed è per questo che l'ascolto di questo disco è fortemente consigliato quando si è al centro il sabato pomeriggio, magari stretti tra una signora con un cane di piccola taglia in braccio e un ragazzo che mangia i tacos da una coppetta senza essersi lavato le mani dopo essere andato in bagno. Perché "Alone", lungi dal voler essere un antidoto contro lo schifo del presente, è un elisir che nella sua raggelante solitudine ci dà la forza necessaria per affrontare l'Altro. Altro che poi, in fondo, non è nient'altro che noi stessi, no?
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La recensione Alone di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-02-11 09:05:00
COMMENTI (3)
Scrivo mentre il disco, appena acquistato, gira sul piatto per la prima volta. è un disco bellissimo, suonato splendidamente, evocativo, interessante, trascinante, fuori dal tempo in modo affascinante. Sperando che legga, ringrazio Marok per questo bel regalo. Sono un suo grande estimatore.
Sonorità di una bellezza e spessore devastante, Marok. L'altrove, dal preludio alla fine del pezzo, è un interruttore sul mondo. Sincaro... Tundra... Che bello quando i pezzi ti traghettano lontano: l'anima che si stacca dal corpo e va a farsi una passeggiata sull'altra sponda. Grazie, e complimenti davvero.
grazie di cuore per la bellissima recensione.
grazie soprattutto per essere andato in profondità….
al di là della musica, dei suoni, dei pezzi. hugs. marok