"Sinestetismi Sincretici" è un titolo che sarebbe piaciuto un sacco al mio professore di antropologia culturale ai tempi dell'università.
Chissà se avrebbe passato l'esame anche il sound strumentale che mescola funk, nu jazz e progressive in un appassionante rincorrersi di atmosfere e di suggestioni.
A pesare positivamente sul giudizio finale dell'album degli Øutlier c'è sicuramente la forza della loro carica propositiva, che li porta in maniera del tutto naturale ad unire generi e strumenti diversi, per potersi dedicare con talento a imprevedibili cambi di tempo e divertenti sovrapposizioni.
Dalle coinvolgenti rincorse di "Compromesso" ai riff di wah wah di “Dot 4”, fino all'esplosione di colori di "Holmenkollen" e dei suoi tempi dispari, "Sinestetismi Sincretici" vuole trasporre in musica cinque diverse esperienze sensoriali.
Che ci riesca o meno poco importa: lo abbiamo già valutato con un imprescindibile trenta e lode.
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