Levy
Light Blue 2018 - Rock, Indie, Alternativo

Light Blue
03/05/2019 - 20:20 Scritto da Doriana Tozzi

“Light Blue” dei Levy rinnova la proposta della band con i testi in lingua inglese e consolida la loro scrittura fatta di melodia, vitalità e un retrogusto di nostalgia

Un disco ben costruito questo “Light Blue” dei Levy: la voce è una lama tagliente, totalmente a suo agio mentre affetta con precisione le solide strutture create dagli altri strumenti e scivola fluidamente tra loro con sicurezza sovrana. L’ugola di Matteo Pagnoni è quindi in primo piano ma la sua forza è costituita prima di tutto dalla sinergia con le chitarre (suonate dallo stesso Pagnoni) e con la sezione ritmica formata dal basso di Damiano Cherchi e dalla batteria – in vero a volte un po’ offuscata o schiacciata dai compagni di banda – di Gianmarco Spaccasassi.

I suoni sono modernamente puliti e levigati da synth opportuni e mai invasivi, mentre gli arrangiamenti tendono piuttosto ad ispirarsi a certi episodi di new wave anni 80, facendo di questo “Light Blue” una specie di jam session immaginaria tra Franz Ferdinand, Police, Placebo e U2.

Le influenze sono insomma varie ma vengono mescolate con cura, benché non sempre il risultato sia completamente personale. La title-track, “Light Blue”, insieme al singolo “Beautiful Monsters”, pur mosse da stati d’animo ben distinti, rappresentano i momenti più ispirati dell’intero album e non lasciano dubbi sul motivo per cui la band marchigiana sia stata in grado di farsi notare anche all’estero.

Con questo disco i Levy hanno consolidato la loro scrittura trovando la giusta misura tra melodia, vitalità e quel retrogusto di nostalgia che rende più stuzzicante il tutto.

 

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.