Esperienza sonora fuori dal comune. Leggerezza e solidità, in un disco dalle infinite influenze territoriali e sonore. Potentissimo.
Su tigre, forza, affilati quelle unghie dalla punta arrotondata, una manicure come si deve e potrai tornare a graffiare senza fatica. C'mon Tigre, please just come back home, like a new start, like life, again. Nuovi esperimenti musicali tornano a popolare l'ultima uscita discografica dei produttori nascosti di C'mon Tigre, ancora tutto torna a destrutturarsi per poi formare canzoni inusuali, libere fino all'osso.
"Racines" è il titolo del disco, radici profonde in una cultura che esula dalle limitazioni musicali, striscia con le sue strisce arancioni attraverso mondi e luoghi: influenze mediterranee come di consueto, ma anche terre di Nord America, il lo-fi non è più una regola ma un vezzo. Potremmo dire che i brani di "Racines" sono estremamente tenici ma pieni d'anima, non esiste una traccia priva di un percorso interno, di un sentimento raccontato con torpore, con bilanciamenti goduriosi di basse e modulate, la sinteticità è più umana e confidenziale che mai.
Mai paragonare musica di questo tipo ad altra, sarebbe sempre una forzatura, l'unica cosa da fare è chiudere gli occhi e viaggiare; "808", "Guide to poison tasting" e "Underground lovers" sono buone per un trip allucinogeno pills-free: voci metalliche, sequenze ritmiche meticolosamente sconclusionate, ottoni fusi con le chitarre, nebbie e schiarite, tutto scorre pacifico come se le molecole sonore fossero l'una ad aspettare la successiva. Le collaborazioni sono la cifra del progetto C'mon Tigre, la resa del connubio etnico-futurista è totale, ne è la dimostrazione "Gran Torino", tra i brani più completi dell'album, dove le mescole vanno dal jazz, all'elettronica funk daftpunkiana, fino al groove afro della parte introduttiva, un piccolo capolavoro di incastri.
Suona attualissimo questo "Racines", un lussuoso sottofondo onirico, capace di stranire tanto quanto compiacere, legare mondi lontani e suggestionare l'ascolto con la qualità estrema dei mix di influenze. Se non vi va di avvicinarvi alla tigre, non fatelo, un solo ascolto del suo vibrare note vi potrebbe inghiottire, quindi non esitate, fatevi sbranare... C'mon.
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La recensione Racines di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-02-28 09:05:00
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