-metronhomme- 4 2019 - Strumentale, Rock, Progressive

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Sperimentali e eclettici i metronhomme dalle Marche ci mostrano ora i muscoli ora il loro animo più gentile

Un'opera stratificata. Non si potrebbe definire proprio diversamente "4" dei metronhomme. Infatti la band marchigiana realizza un disco veramente molto sfaccettato, fatto di più livelli, sia musicali e proprio di impostazione mentale. Infatti si parte da una base, piuttosto solida, che parte da un presupposto granitico: Mirco Galli al basso elettrico, Tommaso Lambertucci al pianoforte e synth, Andrea Lazzaro Ghezzi alla batteria e il chitarrista Marco Poloni sanno suonare alla grande. Ecco da qui i metronhomme partono per un discorso compositivo che, come accennavamo prima, è stratificata, perché prende qua e là plurime influenze: c'è un sentore di metal quasi sinfonico con sfuriate quasi jazzy, poi tanto progressive rock anni Settanta ed anche, perché no, qualche incursione nel synth pop degli Ottanta inteso nella variante più elegante e sperimentale dello stesso. Ed ecco allora che si hanno davanti tracce molto lunghe e, giustappunto, variegate, in cui l'ascoltatore non può fare altro che perdersi e lasciarsi assecondare dai propri gusti. L'estrema varietas, per dirla come i latini, potrebbe da un certo punto di vista, far perdere le coordinate a chi preferisce lavori più compatto, ma siamo certi che i marchigiani avevano tenuto in conto questa variabile: del resto solo ne "L'Uomo Ombra" abbiamo contato qualcosa come tredici cambiamenti di stile! 

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La recensione 4 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-06-16 08:21:00

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