Lacuori Voilà 2005 - Lo-Fi, Sperimentale, Pop

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Viola corre. Su strade elettrificate al minimo, sugli schermi piatti in batteria nella vetrina di natale. Viola smorfia disappunto davanti al parcheggio a pettine degli habitué e dice “nonsostare” tutto attaccato che, a seconda di come, sembra un imperativo o un assunto personale. Viola non è una donna e nemmeno un fiore. Viola è il colore che tinge la voce di questo disco. Voce femminile di una che si fa chiamare Lacuori ed altro non dice. Va bene così. Di lei sappiamo ciò che serve: canta i testi che scrive e li scrive coi titoli che leggete, ché gli accenti vanno dove dice lei, sennò le parole non giocano come invece sanno fare. Di lui sappiamo che è Alessio Luise (qui Luisenzaltro), ex Analisylogika, musicista, poeta, produttore ed arrangiatore, presente qui in ciascuna delle vesti.

Prendete una casa, la vostra, in un giorno di pioggia. Pensatele metalliche, quelle gocce, che entrano dal tetto, cadono sui resti del vostro pasto in tavola e spezzano la routine dei rumori casalinghi, diffondendosi attorno come il riverbero della voce che sentite. Ridetene, non c’è angoscia in questo stupore. Lacuori canta languida e morbida, in mezzo alla coltre nebulosa ed essenziale di una registrazione lo-fi (software 8tracce casalingo). Canta che a volte ricorda un po’ i modi di Mara Redeghieri, altre si atteggia a Sky dei Morcheeba. Specie una quella chicca di brano che è “Voilà”, nel quale la voce di fondo dei Tg alla tv si mischia ad una chitarra flamenco che fa il suo mestiere di passo felpato ed intrigante, mentre la costruzione poco geometrica e più distesa del brano ricorda i New Order. In queste sei tracce, tuttavia, manca armonia. Ed è un bene. Perché quei due là, quei Lacuori plus Luisenzaltro, così si sono salvati dal rischio di eccessive derivazioni. Quei due là son diventati l’Est e l’Ovest, la vena soul e wave che vocalizza il quotidiano e l'electro funk che lo smembra in timbri ritmici alla Massive Attack.

Viola corre. E deve correre ancora, lo so. Per scegliere il punto cardinale prediletto e andarci dritto.

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La recensione Voilà di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-02-16 00:00:00

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