I Laghetto urlano contro tutto e tutti, dalla Fallaci ai calamari. Entrambi se ne sbattono, ma questo è un altro discorso che pare non influire sull'incedere del loro post-HC pieno di trovate simpatiche e simpaticone ("Robi Dal Bosco libero" è una chicca in tal senso). I testi in italiano giocano sulle parole, nella voglia di indagare la saggezza che soggiace ai discorsi del giullare, quasi a sperare che la cosiddetta pazzia sia sintomo di più profondi livelli di comprensione. E si avverte una sincera voglia di comunicare, come se finalmente il punk avesse recuperato la voglia di dire cose riflesse nei suoi trenta minuti. Ed il fatto che a tratti si rifletta non fa che confermare come i Laghetto, perlomeno, riescano a provocare di più di molti ragazzini con le unghie smussate dai luoghi comuni.
Invettiva e inventiva quindi, il tutto condito con capacità all'altezza della situazione. La (finta) non accettazione della propria natura umana messa in rabbia e poi in musica. HC serrato, urlato, accartocciato e poi disteso a mostrare le sue distorte superfici. Stereotipo tirato a nuovo. Un disco da leggere, ed è un complimento. Piacerà sicuramente a chi adora queste sonorità (lasciatemi dare una vaga coordinata per i passanti: Refused), e riconferma un bel tassello della scena italica.
---
La recensione Pocapocalisse di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-07-07 00:00:00
COMMENTI