Giuseppe LibéLe vite di tanti2019 - Cantautoriale, Folk, Pop rock

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Un disco d'esordio coeso e coerente, anche se manca un vero guizzo poetico

Alla fine siamo tutti un po’ Paola, Carlo, Dario, Alessia, Mario, o Vera. Siamo tutti un po’ protagonisti o antagonisti, registi o maschere delle nostre vite. Così Giuseppe Libé comincia il suo disco d’esordio, e non si scosta più dal tema.

Le vite di tanti parla alla media della media, condensando in toni decisamente leggeri l’adagio dei poveri cristi di Brunori Sas e mescolandolo col più classico pop-rock emiliano (da Ligabue in giù). Il sostrato di canzone d’autore, unito a quello del blues americano, è captabile senza troppe difficoltà in canzoni come “Il tuo abito blu” (episodio migliore dell’album), che manda i ricordi (più o meno volutamente) a un celebre pezzo di Leonard Cohen.

Se la direzione musicale è precisa e ragionata, con un chiaro voto alla dimensione del live, i testi forse rincorrono ancora troppo ossessivamente la quadra con le rime, e a volte si appoggiano su forme derivative. La svolta concettuale del tema si trova soltanto in “Aria nuova”, che mette in chiaro la totale indifferenza del mondo nei nostri confronti e la necessità di fare i conti solo con se stessi, per risolvere le crisi interpersonali.

In futuro dovrà lavorare sul genere e sul timbro vocale per evitare il rischio di essere considerato un emulo, ma Libé ha scritto un disco coeso e coerente. Gli manca solo un guizzo poetico.

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La recensione Le vite di tanti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-06-18 19:25:41

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