Gli anni Ottanta non sono passati per Andrea Lorenzoni: e meno male se i risultati sono come quelli contenuti in "Senza fiori"
Andrea Lorenzoni, cantautore e poeta di Bologna, in questo suo nuovo disco, "Senza fiori", rende un implicito/esplicito omaggio agli anni Ottanta, specialmente ad un "certo tipo" di anni Ottanta, ovvero quelli più oscuri, sintetici e digitali. E il risultato, oltre che vintage, è anche di grande fascino visto che l'artista bolognese è in possesso di "una penna" non comune, anzi. Basti ascoltare la seconda canzone, "Forza di andare via" che è un buon esempio di come il cantautorato si possa sposare, più o meno perfettamente, anche con una base vagamente dance, dando poi un risultato al tempo stesso straniante e affascinante. E proprio attraverso questa dicotomia, fascino vs straniamento, si snoda l'intero disco che, lungi dall'essere perfetto, è comunque una buona prova per Lorenzoni, che, laddove si sente un po' più libero di sperimentare, è in grado di esprimere i "frutti migliori". Quindi "La disillusione", nella sua forma classicheggiante, è un po' un passaggio a vuoto mentre molto meglio, ma davvero molto meglio, è "Domani sarà come ora" che sorprende per la sua svolta hard-rock ma che, proprio per questo motivo, strappa più di un applauso. Volendo fare un po' i polemici: meno Lucio Dalla (e Morgan) più Ivan Graziani per Lorenzoni e siamo certi che, seguendo questa ricetta sicuramente drastica, il cantautore bolognese potrà regalarci un nuovo album ancora più interessante.
---
La recensione Senza fiori di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-05-25 08:30:12
COMMENTI