Clavdio
Togliatti Boulevard 2019 - Cantautoriale, Pop

Togliatti Boulevard
02/04/2019 - 10:26 Scritto da Simone Stefanini

Un progetto (quasi del tutto) nuovo, una chitarra sghemba, un pianino e una voce che sembra sbagliata. Ma niente itpop o cose del genere, qui è diverso, e tutto giusto.

C'è una strana sensazione che prende la gola, dopo l'ascolto di Togliatti Boulevard, l'album d'esordio di Clavdio, la nuova scoperta di Bomba Dischi. Ha la voce scura, greve, da cantautore degli anni '60 con la giacca di lana a quadri e il dolcevita, gli occhiali da pentapartito e invece è un tipo che quando il suo singolone Cuore è passato su Radio Deejay e ha fatto il botto, lui faceva sempre l'operaio e il suo datore di lavoro non sapeva neanche che suonasse.

Ecco, Clavdio suona bene la chitarra acustica, ci fa dei giochetti interessanti da folk singer alla Devendra Banhart e anche le sue composizioni sono come non te le aspetti: a volte si prendono pause o tirano la stessa nota per troppo tempo. Sarebbero errori, se volessimo seguire le leggi del pop per come lo conosciamo, ma da qualche anno abbiamo capito che il pop lo stiamo riscrivendo da capo e allora vale tutto, anche un cantante folk che poi folk non è per niente.

Clavdio ama l'elettronica, specie quella retrò e la usa in quasi tutti i pezzi di Togliatti Boulevard: già su Cuore, che ha l'incipit di Someone Like You di Adele ma poi parte con una cassa dritta e una storia su tutte le recriminazioni che si imputano all'altro quando un amore finisce e su tutte le volte che ci sentiamo coglioni. Continua con Foto, che tra arpeggiatori, synth e drum machine parla della brutta sensazione, simile a quella precedente, di sentirsi uno scroto lanciato nello spazio tra le stelle cadenti

Le tue gambe ci regala il primo pezzo stile cantautore con la chitarra ed è davvero d'altri tempi. "Tutto il mondo sta andando a puttane, compreso me", giusto per capire di cosa parla il pezzo. Serpenti è pura electro wave e ha un testo onirico, un incubo lucido, che sembra uscire da una serata dark degli anni '80. Il beat cambia con Tedesca, diventa più leggero mentre parla di uno che nel campionato deligli stronzi arriverebbe primo, un Dorian Grey moderno e per niente simpatico. Nacchere è l'ultimo singolo, primaverile e catchy con l'immancabile spleen e una citazione dei New Order di Blue Monday, poi si passa a un pezzo che potrebbe far parte del best of dei Camillas, Suriname, che ripete il mantra "Come ti spieghi che nel Suriname sono olandesi? Sta totalmente da un'altra parte e sono tutti neri."

Amazon torna agli arpeggi folk e allo spleen crepuscolare che sembra ammantare come di neve grigia la poetica di Clavdio. Pezzo per niente facile, che fa da preludio a Ricordi, il finale registrato chitarra e voce alla prima e commovente nella sua semplicità. "Le cicatrici, reperti organici dei giorni felici". Si potrebbe racchiudere tutto in questa frase, il primo disco di Clavdio, che quando finisce ti lascia con quella strana sensazione alla gola.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.