Un disco dall'anima blues, rock, pop divertente e scanzonato
Donatello Ciullo è un blues man di vecchia tradizione, amante di Pino Daniele, e autore di pezzi che mescolano l’italiano al dialetto foggiano, colorando questo album anche di funky, pop, rock. “La strada” è un disco dall’itinerario ondivago, percorre una direzione e poi sterza, tocca generi differenti e linguaggi musicali in sovrapposizione. Non sappiamo esattamente quale sia la meta che vuole raggiungere; la sensazione all’ascolto è che il disco catturi paesaggi sonori interessanti e altri meno magnetici lungo il suo cammino. Di certo risulta divertente, di certo non traccia itinerari in grado di fissarsi nell’anima.
Partiamo da “La strada” dove “il rock è tradizione, il rap è un’opinione”. Il motore si accende su ritmi rockettari alla ricerca di libertà. Le strade sono bagnate da rime semplici e immediate; il tempo è scandito da suoni accelerati: tutto il mondo è una giostra in continuo movimento. Andando avanti, la velocità rallenta in “Love supreme”: il tempo segna la strada da percorrere per perdersi negli occhi scuri di un amore imperfetto; la fine del viaggio segna un nuovo inizio di ritmi funk e pop. Come pure pop è il “Girotondo” di strade senza traguardo, di direzioni circolari in cui è difficile rintracciare il centro. Una voce femminile direziona il ritornello di “Anime”: spiraglio di sole su arie tiepide, mentre si tiene dritta la barra di un passaggio a livello a perpendicolo sul suono pop accelerato di “Non importa”. Carino il reggae di “For your love” alla fine della “strada”.
Concludendo, le canzoni dell’album sono piacevolissimi circuiti da percorrere che muovono poco le emozioni; ma di sicuro fatte apposta per rendere il viaggio divertente e leggero e per piacere all’ascoltatore scanzonato.
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La recensione La strada di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-07-05 18:28:58
COMMENTI (1)
grazie mille per tutto