Roberto Michelangelo Giordi, tra tradizione e innovazione.
“Avete letto mai Roberto De Simone? Ha fatto un lungo viaggio nella tradizione, e dice che in Italia col passar degli anni, la musica peggiora e non si va più avanti”. Ne è passato del tempo – anche troppo: era il 1973 – da quando Edoardo Bennato poneva più di un dubbio sull’evoluzione della musica popolare italiana. Eppure, a più di quarant’anni di distanza, siam sempre qui a tormentarci non solo sulle parole di un musicologo stimato come De Simone ma soprattutto sul modo in cui affrontare quel viaggio nella tradizione evocato dal testo di “Rinnegato”.
Roberto Michelangelo Giordi ha scelto il modo più tortuoso e meno scontato per avvicinarsi alla memoria di una Napoli che, a partire dalla prima metà dell’800, aveva cominciato a sfornare veri e propri classici della canzone, molti dei quali destinati all’immortalità. “Il sogno di Partenope” ha tutte le sembianze di un omaggio a una città sin troppo legata al passato ma che mai ha rinunciato a scrutare l’orizzonte. Ecco il punto: la tradizione ha bisogno di rispetto e devozione ma guai dovesse mancare il coraggio di colorarla, rimaneggiarla, legarla ai nostri, sia pur caotici, giorni. Un coraggio che Giordi ha esibito a piene mani partendo da Parigi, dove il disco è stato registrato. E quando ci si imbeve senza vergogna degli umori di una metropoli ferocemente multiculturale, diventa tutto più facile. Persino accostare una linea melodica in libera uscita dalle falde del Vesuvio con il jazz, la world music, il folk, la musica da camera. Per un risultato a tratti straniante (come “A Mare Chiaro”), se non nervoso (l’opener “Scalinatella”), devoto alla malinconia (“Mmmiezz’o ggrano”, con i suoi istinti new age), al romanticismo (“Catarì”, forse un omaggio a Salvatore Di Giacomo) o alla napoletanità tout-court e anche più ruffiana (“Cronache globali degli anni 00”). Si vola alto, tra passato e modernità, tra innovazione e un passato rivendicato con orgoglio, con l’aiuto di un gruppo di ospiti di tutto rispetto, tra i quali spicca il nome di Daniele Sepe. Possiamo star tranquilli, la musica non peggiora e si può andare avanti in tutta tranquillità.
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La recensione Il Sogno di Partenope di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-04-25 18:35:00
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